Relazione Introduttiva del Presidente di Giuria

Dalla prima edizione del Premio Internazionale “Architettura Sostenibile”, originariamente lanciato circa 20 anni fa dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con Fassa Bortolo, il numero di partecipanti internazionali provenienti da tutti i continenti è cresciuto costantemente. Ciò offre l’opportunità di condividere alcune riflessioni e di illustrare la procedura per la valutazione e identificazione delle qualità architettoniche durante l’intero processo.
L’assenza nel bando di concorso di requisiti specifici inerenti i progetti ultimati oggetto di valutazione non è dovuta a negligenza o superficialità, ma piuttosto ad estrema trasparenza circa le caratteristiche distintive degli edifici, con riferimento alla notevole varietà delle loro caratteristiche funzionali, tecniche, materiali e proprietà ideali.
L’obiettivo è scoprire, ad ogni edizione e con un bacino sempre più ampio di architetti partecipanti, come e attraverso cosa gli edifici dimostrano non solo ciò che è stato concepito ed è servito da ispirazione per lo studio dei progetti, ma anche come la loro presenza fisica fornisca una prova tangibile della fattibilità di tali progetti in specifiche condizioni locali. Il fatto che il settore delle costruzioni abbia bisogno di spostare la sua attenzione e cambiare sotto molti aspetti è un tema importante, ed è convinzione di lunga data che un esempio efficace sia la migliore dimostrazione possibile.
Per quanto riguarda il processo di selezione, rimane la questione della procedura di valutazione della giuria: cosa doveva essere chiarito in anticipo e cosa è stato mantenuto negli anni.
Si è deciso di cambiare continuamente i membri della giuria e nominarne di nuovi, con diverse prospettive in termini di specifiche caratteristiche climatiche, regionali e culturali, al fine di mostrare chiaramente che il concorso mira a sensibilizzare su un tema globale estremamente importante. La selezione non è quindi limitata a un singolo stile, ma offre l’opportunità di esplorare una sorta di regionalismo individuale, in quanto le caratteristiche uniche degli edifici esprimono il tanto invocato genius loci.
La valutazione della giuria sulle opere presentate inizia con un’accurata analisi preliminare di ogni singolo progetto, preventivamente assegnato ad uno specifico gruppo in base alla destinazione d’uso. Contemporaneamente ogni membro della giuria opera una selezione personale, inizialmente senza discuterne con altri; tale selezione dipende esclusivamente da una valutazione personale, scevra da condizionamenti esterni, e si basa sulle conoscenze, esperienze e competenze del singolo giurato.
Questa fase iniziale, che prevede una procedura sincrona per tutti, determina l’individuazione di preferenze. Solo i progetti che non hanno ricevuto un solo voto, cioè quelli non nominati per la graduatoria con possibilità di vincere o ricevere una menzione d’onore, vengono poi esaminati in un’ulteriore procedura congiunta e infine sottoposti a votazione nei gruppi di valutazione.
Normalmente si tratta del 20%, al massimo il 30% dei lavori. Poiché i giurati votano in modo diverso in base al loro background ed esperienza, la selezione dei vincitori del premio di solito suscita un dibattito intenso e diversificato all’interno della giuria.
Naturalmente, il compito della giuria consiste nel privilegiare l’identità della creazione architettonica tra i requisiti e i criteri di selezione. Non vengono trascurati altri criteri di valutazione essenziali, come l’efficienza energetica e la sostenibilità. Tuttavia, tali aspetti non vengono adottati come criteri a priori di valutazione fin dall’inizio dei lavori della giuria e per tutti i progetti presentati; sono considerati solo per le opere inserite nella cosiddetta “longlist”.
L’obiettivo dell’intero processo è quello di individuare architetture di alto livello che possano servire da modello, condizione culturale indispensabile per distinguersi nella competizione.
Non si tratta del tipo di opere spettacolari e ovvie che ricevono il plauso dei media o della moda. Si ricercano piuttosto opere innovative che valorizzino quanto già emerso e affermato architettonicamente in relazione al luogo e all’aspirazione culturale di durabilità all’interno del contesto sociale del progetto.
Esempio eloquente di questo atteggiamento è lo stesso Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara, città simbolo da secoli di esaltante omogeneità architettonica.


Marianne Burkhalter
Presidente della giuria
Thomas Herzog
Presidente Emerito

 

 

La Giuria

Thomas Herzog – Germania | Marianne Burkhalter – Swzzera | Vladimír Šlapeta – Reppublica Ceca | Román Cordero – Messico | Luca Rossato - Italia

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